domenica 7 ottobre 2012

UN VIRUS SPIA NELLO SMARTPHONE FOTOGRAFA DOVE SIAMO.


Attenti alle spalle. Anzi, alle tasche. Dai laboratori del Naval Surface Warfare Center arriva un software che permette di scattare foto dallo smartphone senza che il proprietario se ne accorga. Si chiama PlaceRaider. Il centro di ricerche statunitense ha messo a punto questo meccanismo da utilizzare proprio nei casi di spionaggio. L'hacker è in grado di gestire da casa la telecamera del telefono, evitando di farle produrre i classici suoni dello scatto e di mostrare le fotografie in anteprima.

Mentre il proprietario del telefono rimane ignaro di tutto, il programma riesce ad acquisire una quantità tale di informazioni da riuscire a ricreare immagini tridimensionali dei luoghi in cui si muove il soggetto e carpire informazioni riservate. La tecnologia del software permette anche di evitare che il PlaceRaider agisca in automatico, contribuendo al rischio di saturare la memoria del telefono con un numero eccessivo d'immagini, scattate a ripetizione. Il controllo a distanza permette all'hacker di attivare a suo piacimento la telecamera dell'apparecchio, evitando che si manifesti questo inconveniente. La sperimentazione del nuovo software ha avuto risultati soddisfacenti. E' stato installato di nascosto sugli smartphone di venti persone, alle quali sono state carpite informazioni segrete e dettagli specifici degli ambienti in cui si muovevano. Per ora l'applicazione è in grado di operare solamente su Android e iOS, ma il team di scienziati sta sviluppando la tecnologia per poterla far girare anche su altre piattaforme. Non c'è comunque da preoccuparsi per l'utilizzatore medio di smartphone e tablet. 
Un ladro comune senza le adeguate competenze informatiche non riuscirebbe mai a gestire il software.

LA PROVA CHE FACEBOOK SPIA I MESSAGGI PRIVATI.

Facebook sbircia tra i messaggi privati degli utenti: la conferma arriva direttamente da un rappresentate del social network, come dimostra la dichiarazione riportata sulle pagine del sito TheNextWeb. Prima di gridare allo scandalo o allarmare i tutori della privacy è comunque bene specificare con che modalità, con quale scopo e soprattutto come è stato scoperto.

Nei giorni scorsi ha fatto la sua comparsa in Rete un filmato (rimosso da YouTube ma ancora visibile su Vimeo) che mostra un metodo per incrementare in modo rapido il numero di “Mi piace” ottenuti da una pagina, sfruttando un bug dell’API Facebook graph.

In sintesi, un utente ha scoperto che inviando tramite messaggio privato il link a una pagina contenente il pulsante “Like”, il contatore aumenta di due. L’operazione può essere ripetuta infinite volte. Ecco la risposta ufficiale del social network:

Di recente abbiamo scoperto un bug in alcuni dei nostri plugin, che permette di incrementare di due il numero di “Mi piace” associati a una pagina. Siamo al lavoro per risolverlo. Va specificato che questo problema riguarda solo i plugin utilizzato nei siti esterni, ma non è collegato in alcun modo alle pagine presenti su Facebook e non influisce sulla Timeline degli utenti.

Spulciando le informazioni presenti nella sezione Facebook Developers, effettivamente, è indicato che la somma totale dei Like su una pagina è costituita anche dal numero di condivisioni che questa ottiene nei messaggi privati tra utenti. Non tutti però ne sono a conoscenza.

Il bug a cui si riferisce il portavoce di Facebook non riguarda dunque il fatto che il social network tenga sotto controllo la posta, ma il +2 nel contatore. Fortunatamente, lo scambio di link in privato non comporta l’associazione del nome dell’utente al contenuto: in altre parole, inviando una pagina “compromettente” agli amici si andrà ad aumentare il suo numero di “Mi piace”, ma il proprio nome non comparirà tra quelli che hanno fatto click sul pulsante.

PRIMI GUAI PER IL NUOVO iPhone 5.

Dopo un mese di assenza in cui ho pensato di lasciar perdere il blog eccomi nuovamente a scrivere.
Da dove potevo riprendere? ma naturalmente dall'uscita del nuovo device di Apple, il nuovo iPhone 5.

Atteso, anelato, adorato, acquistato. Ma non per questo motivo perfetto. L’iPhone 5 è senza ombra di dubbio lo smartphone del momento: il melafonino ha nuovamente scatenato le code davanti agli Apple Store ed ha rinvigorito l’orgoglio attorno alla mela ad un anno dalla scomparsa di Steve Jobs, tuttavia fin dalle prime ore attorno all’iPhone 5 hanno iniziato a prender piede segnalazioni e testimonianze che vanno a puntare il dito contro quelli che sono ravvisati come difetti, più o meno sistematici, del dispositivo di Cupertino

L’iPhone 5 ha esordito il 21 settembre negli Stati Uniti e pochi altri mercati, arrivando alla distribuzione internazionale (Italia compresa) soltanto una settimana più tardi. Quando lo smartphone è sul mercato da pochi giorni, quindi, è possibile fare il quadro della situazione per quelli che sono i problemi che l’utenza ha ravvisato dopo le prime ore di utilizzo del device. Trattasi di problemi più o meno importanti (il giudizio sta alla sensibilità dell’utente di fronte alle varie segnalazioni emerse) e che in ogni caso saranno importanti per definire il tasso delle prenotazioni in queste settimane che anticipano la prossima sfornata di smartphone prevista nel giro di 3-4 settimane (questi i tempi di attesa attuali indicati dal servizio prenotazione sul sito Apple). 

Il primo problema emerso è relativo alla scocca in alluminio. Alcune prove hanno dimostrato come la superficie posteriore dell’iPhone 5 sia infatti soggetta a graffi e che il colore nero sia in ogni caso più vulnerabile rispetto al colore bianco, tuttavia, sono soprattutto i bordi a preoccupare: alcuni utenti avrebbero estratto l’iPhone dalla confezione trovando già alcune piccole ammaccature a rovinare il profilo spigoloso del device. Il che, alla luce dei prezzi annunciati per il device, ha immediatamente catalizzato le polemiche attorno alla scarsa proporzionalità nel rapporto qualità/prezzo. Trattasi di un problema che ha ricevuto varie segnalazioni, ma che non è comunque da considerarsi sistematico: i casi verranno pertanto presumibilmente risolti come casi isolati ed in quanto tali necessitanti di verifiche compiute. 

Un problema ulteriore è dato dal bagliore viola comparso su alcune fotografie, un alone di distorsione cromatica che sembra identificare un problema nella gestione delle luci (flash compreso). Trattasi di un difetto di minore rilevanza poiché risolvibile con ogni probabilità tramite semplici correttivi a livello software con cui bilanciare in modo differente la gestione del colore negli scatti più problematici.

Il problema delle mappe è conclamato: alle segnalazioni degli utenti hanno fatto seguito scuse pubbliche da parte di Tim Cook e la promessa solenne di un immediato investimento in termini di denaro e lavoro per fare in modo che le mappe possano divenire sempre più affidabili e qualitativamente all’ altezza della diretta concorrenza. Per bypassare il problema è sufficiente attenersi alle indicazioni di Tim Cook: Nokia, Google, MapQuest e altri forniscono servizi mappali all’altezza la cui installazione può ovviare ai temporanei disguidi dell’offerta proprietaria di Cupertino. Nel frattempo l’indicazione “le migliori mappe di sempre” è scomparsa dal sito Apple poiché una simile attestazione non collimava con l’indirizzo dato dalle scuse di Tim Cook agli utenti. 

Un nuovo problema è emerso nelle ultime ore ed ha invece già trovato risoluzione: un errore nella finitura di iOS 6 ha causato per l’utenza Verizon (ma non è dato sapersi se anche altri carrier siano coinvolti o meno) un errore nella gestione del traffico dati anche in caso di presenza di reti Wifi, infatti, l’iPhone 5 continuava ad utilizzare il traffico dati tradizionale, portando in tempi estremamente rapidi al raggiungimento delle soglie di consumo previste dagli abbonamenti. L’errore è stato risolto in queste ore con la distribuzione di un primo aggiornamento software.